Al MICO Convention Centre dal 14 al 18 ottobre si è tenuto il più grande consesso della comunità spaziale al mondo: cinque giorni di full immersion nello spazio con oltre 4000 relatori da 96 paesi, incontri, sessioni plenarie e interattive, simulatori, spettacoli ed eventi di networking
"Puntiamo a far sì che l’International Astronautical Congress (IAC) di quest'anno sia il più grande raduno di persone dello spazio nella storia dell’umanità", ha detto in conferenza il presidente dell'IAF (International Astronautical Federation) Clay Mowry. E, a quanto pare, la 75ª edizione del Congresso Astronautico Internazionale che si è tenuta a Milano da lunedì 14 a venerdì 18 ottobre ha raggiunto ampiamente l'obiettivo. Che sarebbe stata un’edizione memorabile si sapeva, ma a conti fatti i risultati del 75° IAC sono andati ben oltre le aspettative. I numeri parlano chiaro: con oltre 11.200 delegati da 120 paesi si è tagliato un traguardo senza precedenti, che ha incoronato l’edizione 2024 non solo il più grande IAC della storia, ma anche uno degli incontri più eterogenei di persone appartenenti alla comunità spaziale mai avvenuti.
Inoltre, più di 3.000 persone si sono unite allo streaming live online e nella giornata aperta al pubblico sono stati accolti negli avveniristici spazi del MICO Convention Centre 3.500 space lovers di tutte le età. L’area espositiva ha ospitato il numero record di 530 espositori e al summit d’apertura, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, hanno partecipato 60 responsabili di agenzie spaziali di tutto il globo. Come parte dell'IAF International Astronauts Chapter, il congresso ha anche presentato un impressionante programma di sensibilizzazione con 25 astronauti internazionali, che hanno interagito con il pubblico, studenti e giovani professionisti, ispirando la prossima generazione di appassionati dello spazio e promuovendo l'educazione spaziale globale.
Quest’anno sono stati oltre 4.000 i relatori da 96 paesi a salire sul palco per condividere le loro intuizioni e innovazioni. L’area espositiva dello IAC 2024 ha coperto ben 8.500 metri quadrati di spazio netto, con un numero complessivo di oltre 530 espositori, in rappresentanza di 46 paesi.
Il Mico Convention Centre di Milano ha ospitato cinque giorni di immersione totale nello spazio, con un programma fittissimo di ospiti e appuntamenti composto da sessioni plenarie, letture magistrali, sessioni tecniche e di approfondimento, presentazioni interattive, eventi di networking, b2b ed eventi collaterali che hanno offerto una panoramica completa su tutti gli argomenti più importanti del settore spaziale: dall'esplorazione sostenibile della Luna e di Marte, all'osservazione della Terra nell'era del cambiamento climatico, all'uso di big data, intelligenza artificiale e robotica nello spazio, sino agli aspetti di sicurezza e sostenibilità delle orbite.
Il Programma Tecnico è stato il più ampio mai concepito fino ad oggi, presentando oltre 2362 documenti in 200 sessioni tecniche. Inoltre, si sono tenute 5 sessioni interattive con oltre 2.000 presentazioni, tutte in lizza per il prestigioso IP Award. Il programma ha incluso anche 23 keynote di simposio di alto livello e 18 sessioni speciali, che abbracciano l'intero spettro delle discipline spaziali.
Questa diversità di contributi si riflette ulteriormente nel programma plenario, che ha affrontato un ampio spettro di argomenti, dall'esplorazione lunare all'utilizzo delle risorse in loco sino al ruolo dello spazio nell'affrontare i cambiamenti climatici e le crisi idriche sulla Terra.
Organizzato dalla Federazione Astronautica Internazionale, quest’anno con il coordinamento dell'Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica (A.I.D.A.A), dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e di Leonardo, l’International Astronautical Congress (IAC) cambia ogni anno paese, tema e ospite locale, consentendo a tutti di saperne di più e di far parte della scena spaziale mondiale.
Fondata nel 1951, la Federazione Astronautica Internazionale è il principale organismo di difesa spaziale al mondo con oltre 500 membri in 77 paesi, tra cui tutte le principali agenzie spaziali, industrie, istituti di ricerca, università, società, associazioni, istituti e musei in tutto il mondo. Seguendo il suo motto "Connecting @ll Space People" e la sua visione di "Un mondo spaziale che coopera per il bene dell'umanità", la Federazione promuove la conoscenza dello spazio, supportando lo sviluppo e l'applicazione di risorse spaziali promuovendo la cooperazione globale.
Come organizzatore dell'annuale Congresso Astronautico Internazionale e di altri eventi tematici, l'IAF incoraggia attivamente lo sviluppo di attività spaziali per scopi pacifici e supporta la diffusione di informazioni scientifiche e tecniche relative allo spazio.
Responsabilità dello spazio, ambiente e cooperazione globale per un futuro sostenibile sono stati i grandi temi al centro della 75ª edizione dell’International Astronautical Congress (IAC) di Milano. Cinque giorni di incontri che hanno richiamato nel capoluogo meneghino la comunità spaziale internazionale con una giornata speciale aperta a tutto il pubblico.
Il Mico Convention Centre venerdì 18 ottobre ha infatti aperto le porte a tutti gli space lovers: il programma si è aperto alle 10,40 con la tavola rotonda New Space Economy and Sustainability, seguita da una sessione dedicata a domande e curiosità del pubblico, per proseguire alle 11,45 con l’Award Ceremony: l’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con AIDAA e Leonardo, ha proposto alle scuole secondarie di secondo grado in Italia e all'estero di discutere il tema della sostenibilità e di approfondirne i contenuti attraverso l'elaborazione di una proposta progettuale. Durante la cerimonia sono anche stati premiati i migliori progetti del bando Uno spazio responsabile per la sostenibilità.
Dalle ore 12,15 alle 14 grande partecipazione all'evento Meet the Astronauts, il panel organizzato in tandem dalla Federazione Astronautica Internazionale (IAF), dall'Associazione degli Esploratori Spaziali (ASE) e dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Durante questa sessione, una squadra internazionale di astronauti e cosmonauti ha condiviso con migliaia di presenti approfondimenti e pratiche sostenibili per salvaguardare lo spazio per le generazioni future. Non sono mancati i momenti dedicati a foto e autografi con i propri beniamini, fra cui gli astronauti italiani Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti e Walter Villadei, Tony Antonelli, Benjamin Alvin Drew, Alper Gezeravci, Franco Malerba, Maurizio Cheli, Paolo Nespoli, Soichi Noguchi, Eytan Stibbe e Koichi Wakata, per citare alcuni dei presenti.
Il pomeriggio è proseguito con momenti di spettacolo e attività interattive. Alle ore 14 si è potuto assistere all'esibizione dei cori Little Astronauts Troup dalla Cina e del Grillo d'Oro, da Pesaro, poi dalle 14,30 alle 16,30 Hand on Experience ha offerto una vasta gamma di esperienze legate allo spazio, fra cui mostre d'arte, stand delle associazioni e attività pratiche. Infine, il Global networking forum with Astronauts, in Auditorium, ha dato ai partecipanti l'occasione di unirsi agli astronauti per uno scambio di idee eccezionale.
Tutte le informazioni sull'evento sono disponibili sul sito della IAF - International Astronautical Federation dove si trova anche il calendario dei prossimi appuntamenti internazionali, dallo IAF Spring Meeting che si terrà a Parigi dal 25 al 27 marzo 2025, passando per The Global Space Exploration Conference a New Dehly dal 7 al 9 maggio, sino allo IAC 2025 in programma a Sydney.
Il G-Astronauta era presente, guarda qui sotto la Gallery con alcuni momenti dello IAC 2024!
Domenica 22 settembre Villa Lascaris e il suo grande parco, a Pianezza (TO), ospitano un'intera giornata dedicata allo Spazio e al Gusto, piena di incontri, mostre, esperienze, laboratori per bambini, dialoghi e racconti con il naso all’insù, per conoscere ed esplorare i nuovi mondi e le nuove frontiere dell’umanità
Pensate che noia incredibile sarebbe la vita sulla Terra se non esistesse la Luna. Niente lupi mannari nelle notti di plenilunio, niente moonwalk a scatenare i dancefloor, niente serate romantiche al chiaro di Luna, lunatici pensieri né fidanzate con le lune storte. Niente dipinti, poesie e canzoni ispirate dal nostro amato satellite, niente Jules Verne, Georges Méliès e fantascienza a profusione, credenze popolari dispensate nei racconti dei nostri nonni, ma neppure missioni spaziali che hanno fatto strabuzzare gli occhi al mondo intero. Niente “corsa allo spazio” con relativa accelerazione tecnologica. Niente complottisti, negazionisti, terrapiattisti. Niente eclissi. Niente astronauti né turisti spaziali, sogni esotici di selfie da paesaggi selenici, razzi e slanci pirotecnici di magnati e visionari in cerca di un posto nella storia. Per i comuni mortali semplici sogni, desideri affidati a quella palla luminosa appesa a un filo tra le stelle.
Romanticismo a parte, ci fu un tempo in cui l’importante era esserci, ma soprattutto essere i primi. Agli albori dell’esplorazione spaziale, infatti, la rivalità tra Stati Uniti e Unione Sovietica - che in piena guerra fredda prese il nome di “corsa allo spazio” – portò a una serie di pionieristici traguardi, inaugurata il 4 ottobre del 1957 dal lancio, da parte dei sovietici, del primo satellite artificiale della storia: lo Sputnik 1.
Da lì in poi, passando per la cagnolina Laika e il cosmonauta russo Yurij A. Gagarin, si susseguì una sfilza di primati inanellati oltrecortina interrotta solo il 21 luglio del 1969 da quello che, a distanza di 55 anni, resta il più importante – almeno in termini mediatici – dei traguardi raggiunti nello spazio: “un piccolo passo per l’uomo, un grande balzo per l’umanità”; il primo; il più celebre; quello compiuto da Neil Armstrong con la missione Apollo 11 della NASA.
Oggi che il contesto è un tantino cambiato ci si domanda spesso quale sia il significato dell’esplorazione spaziale. Se ci siamo già andati, a cosa serve tornare sulla Luna? Perché spendere tutti quei soldi per andare su Marte, quando mancano i soldi per risolvere i problemi che ci sono qui, sulla Terra?
Seppure brevetti e tecnologie di derivazione spaziale (i cosiddetti “spinoff”) abbiano trovato ampia applicazione nella vita di tutti i giorni sulla Terra sin dal programma Apollo, quindi dagli anni ’60, oggi sappiamo che l’esplorazione spaziale dai suoi albori ha contribuito a un’accelerazione tecnologica incredibile, e che continua a farlo con un raggio di azione sempre più esteso che abbraccia campi importanti per la vita terrestre che vanno dalla medicina all’agricoltura di precisione, dalle comunicazioni, ai trasporti, alla difesa planetaria.
La cosiddetta “space economy”, in cui l’Italia gioca un ruolo da protagonista, ci proietta in uno scenario in cui le tre dimensioni Spaziale, Subacquea e Digitale sono i nuovi ambienti interconnessi dell’umanità. Ed è in questo scenario che si gioca il nostro futuro sul pianeta Terra.
Nato dalla collaborazione tra Villa Lascaris, casa di spiritualità e cultura dell’Arcidiocesi di Torino e il giornalista, scrittore e G-Astronauta Maurizio Maschio, con il patrocinio del Comune di Pianezza, il supporto di Thales Alenia Space, Altec e la collaborazione di Incubatore I3P Politecnico di Torino – ESA BIC Turin e il progetto Maestri del Gusto della Camera di Commercio di Torino, Dal Parco alla Luna...e oltre – Festival G-Astronomico 2024 domenica 22 settembre vedrà susseguirsi nelle sale auliche di Villa Lascaris e in diverse zone del suo parco incontri con importanti ospiti del mondo scientifico, culturale e aerospaziale, mostre ed esperienze per tutte le età: un programma che si propone di far conoscere, in modi diversi e con diversi linguaggi, lo stato dell’arte delle esplorazioni spaziali e della colonizzazione di Marte, l’importanza del settore spaziale per la vita di tutti i giorni qui, sulla Terra, ma anche come l’uomo racconti e immagini l’universo.
Non mancheranno laboratori per bambini per giocare con le stelle pur essendo su un prato; libri, dialoghi tra il pubblico e i ricercatori per conoscere quando arriveremo a costruire una base su Marte e come sarà abitare il Pianeta Rosso. E, ancora, lo space food e un’area mostre in cui verranno esposti modelli di ogni dimensione di rover marziani, razzi, shuttle, navette spaziali e splendide illustrazioni realizzate da un maestro del genere fantascientifico. Nel prato centrale di Villa Lascaris, poi, durante il giorno sarà possibile partecipare a laboratori di robotica LEGO® e divertirsi a completare un campo marziano.
Ma non è finita: durante tutta la giornata uno spazio food & wine immerso nel verde, per riposare e ristorarsi insieme a tanti produttori della provincia di Torino che si distinguono, oltre che per la qualità dei loro prodotti, per una filosofia che rispetta il pianeta e le tradizioni del nostro territorio: le pizze, le pinse e le focacce gourmet e creative di Alma Lab; i prodotti da forno dolci e salati a base di grani antichi e canapa sativa di Green Italy; le specialità a base di trippa de La Tripa 'd Muncalè; i golosi gelati de L'Incantesimo del Gusto; i vini della cantina sociale Barbera 6 Castelli e l'ampia scelta di etichette nelle 4 Denominazioni di Origine Controllata del Torinese, rappresentati dall’Enoteca Regionale dei vini della provincia di Torino serviti da sommelier.
Senza dimenticare l'acqua di SMAT - SOCIETÀ
METROPOLITANA
ACQUE TORINO che, va ricordato, dal 2008 in seguito a un accordo con Thales Alenia Space ha rifornito di acqua potabile per “usi spaziali”, la cosiddetta “acqua di volo”, gli astronauti della Stazione
Spaziale Internazionale (ISS), che vede la collaborazione tra le più importanti agenzie spaziali del pianeta.
Al mattino in Sala Affreschi, ore 11.30 – 12.30, conferenza di apertura L’Italia nello Spazio con gli interventi di Fabio Massimo Grimaldi – Presidente di ALTEC, Giuseppe Scellato – Presidente incubatore I3P Politecnico di Torino – ESA BIC Turin, Walter Cugno - Vicepresidente Dominio Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space e direttore generale del sito di Torino e Vincenzo Giorgio – Amministratore Delegato di ALTEC.
Nel pomeriggio si prosegue con i Dialoghi sullo Spazio. Nell’area antistante la Sala Colonne, ore 14.30
– 15.00, l’illustratore Maurizio Manzieri e il giornalista Fulvio Gatti presentano la mostra 30
anni di Illustrazioni di Fantascienza, visitabile tutto il giorno nello Spazio
Mostre. Nell’area esterna, alla Fontana nel parco, ore 15.00 – 15.45, il fisico e teologo Ferruccio Ceragioli interviene su Scienza e Trascendenza, alle ore 16.00 – 16.45 il giornalista e
scrittore Piero Bianucci presenta
il suo nuovo libro Vita Sghemba. Ottant'anni tra scrittori, scienziati e telescopi di Piero
Bianucci (ETS ed.), mentre alle
ore 17.00 – 17.45 l’ingegnere
aerospaziale, scrittrice e space influencer Giulia Bassani porterà il pubblico In viaggio verso Marte tra scienza e
fantascienza .
Dalle ore 18 si proseguirà in Sala Affreschi in compagnia di Walter Cugno, Vicepresidente Dominio Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space e direttore generale del sito di Torino, nel panel di approfondimento Dalla Luna a Marte allo spazio siderale, mentre dalle ore 19 si avvicenderanno gli ospiti della Space Culinary Jam, una "jam session g-astronautica" a più voci in cui ognuno declinerà la sua idea di Space food tra realtà e settima arte. A introdurre il salotto prima di cena Liliana Ravagnolo (esperta di cibo spaziale, addestratrice astronauti, Responsabile Mission operations e Training in ALTEC) e Maurizio Maschio, per proseguire con gli interventi di Marco Lombardi – (Giornalista enogastronomico, docente e inventore della Cinegustologi), Marco Ambrosio – (Modellista, autore, esperto di science fiction) e German Impache (3D concept artist e Model Maker) moderati da Antonio Lo Campo.
Nello Spazio Mostre dalle ore 11,30 alle 19,30 si potranno visitare i bellissimi allestimenti a cura del Centro Modellistico Torinese e dell’artista Maurizio Manzieri, mentre German Impache esporrà i suoi modelli di Space Launch System, Saturn V e Space Shuttle in un’area dedicata all’interno del parco. Per le famiglie e i più piccoli non mancherà uno Spazio Experience a cura dell’Associazione Artù APS, che dalle 11.30 alle 19.00 proporrà divertenti attività con Robot Lego® e Campo Marziano mentre nello Spazio Kids (Prato bimbi) dalle 14.30 alle 18.30 si potrà partecipare a Le stelle e noi, laboratorio per bambini da 4 a 10 anni a cura di Spazio Chroma.
Dalle ore 20, in attesa di osservare la luna, saturno e le stelle grazie
al Gruppo Astrofili Celestia
Taurinorum e ai telescopi, si
servirà L’Aperitivo Spaziale a buffet nel parco, con specialità thai accompagnate
dai pregiati vini dell’Azienda Agricola Silvano Bolmida di Monforte d'Alba. Colonna
sonora della serata, il cushion dj set sotto le stelle dei Lhasa Society.
INTERO - € 15,00
RIDOTTO bambini 5 – 12 anni - € 8,00
BAMBINI sotto i 5 anni – ingresso gratuito
FAMILY– 2 Adulti e 2 bambini € 35,00
INTERO - € 10,00
RIDOTTO bambini 5 – 12 anni - € 5,00
BAMBINI sotto i 5 anni – ingresso gratuito
INTERO - € 30.00
RIDOTTO - € 20.00
Il primo G-Astronauta italiano ha incontrato il primo astronauta italiano, Franco Malerba. È successo al Politecnico di Torino per un convegno in cui si è parlato di Space V, startup che permetterà di coltivare piante e verdure in orbita attraverso una serra verticale adattiva
Nel prossimo futuro le missioni di esplorazione planetaria con equipaggio umano porteranno gli astronauti a trascorrere periodi sempre più lunghi nello spazio profondo. Una sfida che richiederà nuove tecnologie in grado di soddisfare il fabbisogno di cibo fresco, fondamentale per una dieta sana nel lungo periodo, riducendo al massimo i costi e gli sprechi di risorse preziose.
In questo contesto si colloca la futuristica visione di Space V, startup italiana con sedi a Genova e Torino che opera nell’ambito della ricerca spaziale facendo incontrare biologia e robotica, progettando e studiando attrezzature all’avanguardia per la coltivazione di piante nello spazio. Da qui il nome Space V, ovvero Space Vegetables.
Fondata nel 2021 da Franco Malerba, nell’aprile 2022 Space V è stata accettata come una delle poche startup italiane ospitate dall’ESA BIC (Business Incubation Center), nato nell’Incubatore I3P del Politecnico di Torino.
Nato nel 1946 a Busalla, vicino a Genova, Franco Malerba è il primo astronauta italiano: ha volato con lo shuttle Atlantis il 31 luglio 1992 portando nello spazio il laboratorio Eureca e il “satellite a filo” italiano, detto Tethered. Dopo aver conseguito una doppia laurea in Ingegneria Elettronica e in Fisica (con specializzazione in Biofisica) nel 1989 partecipa alla selezione a cura dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che assieme alla NASA progetta il satellite italiano Tethered e cerca colui che sarà il Payload Specialist, ovvero lo scienziato di bordo responsabile del programma scientifico di quella missione nello spazio. Malerba viene così assegnato al Johnson Space Center della NASA, a Houston, per l’allenamento al volo spaziale. Nel settembre 1991 viene definitivamente designato Prime Payload Specialist per la missione STS 46 – TSS-1.
Rientrato in Italia, nel 1994 viene eletto deputato al Parlamento Europeo, membro della commissione per l’Energia, la ricerca e l’industria e della delegazione EU-Stati Uniti, intervenendo più volte come relatore sui programmi per l’innovazione tecnologica e per le infrastrutture europee. Dal 1992, dopo la missione spaziale, Malerba partecipa a centinaia di conferenze e seminari in Italia e in Europa, nelle Università, nelle scuole superiori e nelle associazioni culturali per raccontare lo spazio, per promuovere l’impegno italiano nella scienza e ingegneria spaziale, e interessare i giovani alle scienze, alla tecnologia, all’ingegneria e alla matematica. Malerba è, inoltre, il regista del Festival dello Spazio che dal 2017 si svolge in estate a Villa Borzino in Busalla (Genova).
Come racconta l'astronauta Franco Malerba ai microfoni del G-Astronauta - qui il video - Space V ha brevettato una serra verticale adattiva - AVF (Adaptive Vertical Farm) - con l'obiettivo di non sprecare suolo, volume con aria condizionata ed energia, tutte risorse preziose nello spazio.
Gli attuali progetti di sviluppo di serra nello spazio sono evoluzioni di serre terrestri, in cui tutto il volume è condizionato, determinando un consumo eccessivo di volume ed energia. La serra Space V evita questi inconvenienti adattando progressivamente il volume disponibile per ogni pianta in base al suo livello di crescita.
Un sistema meccatronico per il movimento automatico dei ripiani di coltivazione gestito con algoritmi di Intelligenza Artificiale attraverso un Decision Support System (DSS), ottimizza l’altezza dello spazio tra i ripiani in base al preciso livello di crescita delle piante in ogni ciclo di produzione.
L’AVF (Adaptive Vertical Farm) è inoltre dotata di un sistema di micro-condizionamento separato per ogni ripiano, così da poter differenziare le tipologie di piante coltivate assecondando le differenti necessità di temperature e tassi di umidità, mentre si minimizza il consumo di energia elettrica.
La tecnologia della serra verticale adattiva è stata sviluppata da Germina, shareholder di Space V, per applicazioni a terra nell’agricoltura di precisione, vertical farm terrestri e growth chamber. Space V ha acquisito questa tecnica e l'ha trasferita nell'ambiente spaziale, dove le condizioni ambientali sono molto più dure che sulla Terra, ogni centimetro cubo di volume condizionato ha enormi costi e gli imperativi per risparmiare massa, volume, energia e acqua sono ancor più stringenti.
L'obiettivo a breve termine di Space V è quello di studiare, sviluppare e testare una serra adattiva in orbita. Nel lungo periodo l’azienda sarà in grado con la sua tecnologia innovativa di rispondere perfettamente alla domanda di agenzie spaziali, operando in un ambito in rapida crescita come quello della space economy. Potrà fornire la sua tecnologia in missioni quali: bassa orbita terrestre con equipaggio, come la Stazione Spaziale Internazionale; viaggi spaziali di lunga durata per l’esplorazione planetaria; stazioni spaziali commerciali e hotel-in-space per turisti; quartier generale della base lunare e unità operative con equipaggio.
La prossima generazione di Sistemi di Controllo Ambientale e Supporto Vitale (ECLSS) dovrà essere in grado di mantenere condizioni di salute degli alloggi e di non sprecare alcuna risorsa, integrando sistemi rigenerativi per l’ossigeno, l’acqua, la gestione dei rifiuti e la preparazione degli alimenti. Space V potrà contribuire integrando il concetto di serra adattiva multistrato nei sistemi di produzione di alimenti vegetali del futuro.
Con l’Adaptive Greenhouse, Space V sarà in grado di fornire agli astronauti cibo coltivato localmente, ma anche ossigeno. Questa serra è infatti dotata di un meccanismo di scambio dell’aria con la cabina che cattura la CO2 prodotta dall’equipaggio e restituisce l’O2 prodotto dalle piante.
La tecnologia di Space V potrà però anche avere impatto direttamente sul nostro pianeta in termini di sostenibilità, supportando attività quali il riciclaggio dei rifiuti e il trattamento delle acque. Non da ultimo, potrà promuovere soluzioni abitative per la presenza dell’uomo in ambienti isolati o difficili sulla Terra.
Maggiori informazioni sul sito Plant the future - SpaceV
Thales Alenia Space ha siglato un contratto del valore complessivo di 522 milioni di euro con l’Agenzia Spaziale
Europea (ESA) per il proseguimento delle attività che porteranno un rover europeo su Marte a caccia
di tracce di vita
Dove eravamo rimasti? Ah sì, a ExoMars 2022. Come vi racconto nei miei libri Da Torino verso Marte – Dalla conquista del cielo alla conquista dello Spazio e L’Italia nello Spazio – Il racconto dei suoi protagonisti, dopo il parziale successo della missione ExoMars 2016 con l’immissione in orbita marziana del Trace Gas Orbiter (TGO) – ma il mancato ammartaggio del lander Schiaparelli – e gli slittamenti/annullamenti delle successive tranche del programma di esplorazione robotica di Marte, dettati anche dai complessi scenari globali causati dalla pandemia di Covid e dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina (va ricordato che l’agenzia spaziale russa ROSCOSMOS era parte della prima tranche del programma), la corsa europea al Pianeta Rosso aveva subìto una drastica battuta d’arresto.
Ora, finalmente, la notizia che tutti gli appassionati di spazio aspettavano è ufficiale. La missione europea su Marte riparte grazie alla determinazione dell’Agenzia Spaziale Europea, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’Agenzia Spaziale del Regno Unito e della rinnovata partnership con la NASA.
L’industria italiana avrà come sempre un ruolo di primo piano: Thales Alenia Space Italia, infatti, conferma il suo ruolo di prime contractor industriale della missione ExoMars 2028.
Con la responsabilità della progettazione del modulo EDLM, della realizzazione del suo Radar Altimetro, del Laboratorio Analitico, della sua integrazione sul Rover e del computer di bordo, Thales Alenia Space è inoltre responsabile dell’integrazione delle attività di test e della campagna di lancio.
"Dal Sole a Saturno, e da
Mercurio a Venere, Giove e Marte, le nostre soluzioni hanno accompagnato ogni
odissea nello spazio cercando di svelare i segreti più custoditi dell'universo
- ha detto Hervé Derrey, CEO di Thales Alenia Space. Nel prossimo futuro la
Luna, con le missioni ARTEMIS II e III, sarà al centro dell'attenzione e la
nostra azienda sarà in prima linea nell'esplorazione lunare con equipaggio,
lavorando in particolare sul Modulo di servizio europeo della navicella Orion, sulla
stazione spaziale cislunare Gateway e sugli habitat lunari multiuso”.
La missione, il cui lancio è previsto dal Kennedy Space Center, nella finestra compresa tra ottobre e dicembre del 2028, ambisce alla ricerca di tracce di vita nel sottosuolo marziano, cercando di rispondere a domande che da tempo affascinano l’umanità. Previsto per raggiungere Marte nel 2030 dopo un lungo viaggio, il rover europeo è dotato di una trivella sviluppata da Leonardo e raccoglierà campioni di terreno perforando il suolo marziano, fino a 2 metri di profondità. Ne analizzerà le proprietà chimiche, fisiche e biologiche utilizzando il suo laboratorio analitico (Analytical Laboratory Drawer ALD) sviluppato da Thales Alenia Space.
Uno degli obiettivi della missione è la ricerca di batteri nel sottosuolo, viventi o fossilizzati, che costituirebbero la prova della vita esistente o precedente sul Pianeta Rosso.
“Siamo davvero onorati della rinnovata fiducia dell’ESA nella nostra azienda affidandoci le attività per il ripristino e la continuazione di questa sfidante missione alla scoperta di tracce di vita su Marte - ha dichiarato Massimo Comparini, Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia. Oggi celebriamo la continuazione di uno straordinario Programma internazionale, frutto della sinergia e della cooperazione tra le agenzie e l’industria spaziale. Siamo pronti per i mesi cruciali che ci attendono e fiduciosi nella nostra capacità di continuare ad ampliare i confini dell’esplorazione dell’universo, grazie al lavoro costante dei nostri ingegneri e tecnici specializzati, impegnati ogni giorno a portare avanti sfide come queste”.
Nel
frattempo, il Trace Gas Orbiter (TGO), protagonista della prima parte della
missione ExoMars, realizzato in qualità di primo contraente da Thales Alenia
Space, è attivo in orbita attorno a Marte, con il compito di rilevare gas in
tracce nell'atmosfera marziana, in particolare metano. La sonda TGO, che svolge
un ruolo chiave nella comprensione dei potenziali indicatori della vita su
Marte, continua inoltre a trasmettere la maggior parte dei dati, compresi
quelli dei rover Curiosity e Perseverance della NASA, dando un notevole
contributo alle ricerche scientifiche in corso. Il TGO, infatti, ha ancora una
quantità significativa di carburante a bordo e la sua vita operativa sarà
estesa per supportare la missione ExoMars 2028.
I rappresentanti delle startup spaziali AIKO, Space Cargo Unlimited e Space V sono ospiti nella Sala Agorà dell'Incubatore I3P nell'ambito di Biennale Tecnologia per raccontare la loro visione di futuro
In occasione della Biennale Tecnologia 2024, organizzata dal Politecnico di Torino, l'incubatore di imprese innovative I3P presenta “Startup To Space. Visioni e tecnologie delle nuove imprese spaziali”, un momento di incontro con i fondatori di diverse startup del settore spaziale che racconteranno la loro visione del futuro dell'umanità nello spazio, l'origine della loro idea imprenditoriale in questo ambito e i passi che stanno seguendo per trasformarla in realtà.
L’evento si svolgerà a Torino giovedì 18 aprile alle 16,30 nella Sala Agorà dell’incubatore I3P; saranno ospiti tre imprese innovative supportate da I3P nel loro percorso di crescita imprenditoriale e accomunate dall’attività nel settore spacetech: AIKO, Space Cargo Unlimited e Space V.
AIKO sviluppa intelligenza artificiale per l’automazione delle missioni spaziali, mentre Space Cargo Unlimited intende sfruttare il potenziale della produzione nello spazio per applicazioni commerciali terrestri e Space V opera nel campo dei sistemi biorigenerativi per le missioni spaziali abitate.
Nel corso dell'evento verranno approfonditi i progetti e le iniziative che offrono un sostegno concreto alla nascita e allo sviluppo di nuove imprese nell'ambito della Space Economy, come il programma di incubazione ESA BIC Turin e l’Ecosistema NODES, con il suo Spoke 1 dedicato ad Aerospazio e Mobilità Sostenibile, di cui I3P è partner.
Dopo la registrazione dei partecipanti e i saluti introduttivi, a cura del presidente di I3P e coordinatore di ESA BIC Turin Giuseppe Scellato, il programma prevede i seguenti interventi: “L'imprenditoria innovativa nella Space Economy” a cura di Leo Italiano, program manager di ESA BIC Turin; “Le opportunità dell'Ecosistema NODES per le imprese” a cura di Sabrina Corpino, professoressa associata del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale (DIMEAS) del Politecnico di Torino; “Il Caso di AIKO” a cura di Giorgio Albano, chief legal officer; “Il progetto di Space Cargo Unlimited”, a cura di Veronica La Regina, direttore generale; “La visione di Space V” a cura di Franco Malerba, primo astronauta italiano, nonché co-founder e business strategy manager di Space V.
Il programma della giornata si concluderà con la tavola rotonda “Startupper dello spazio a confronto sul ruolo dell'innovazione nel settore”, una sessione “Q&A” con il pubblico in sala e un aperitivo di networking.
Ingresso fino a esaurimento posti, previa accredito scrivendo a ale@agenziapressplay.it.
L'evento che ha celebrato i 20 anni di ALTEC venerdì 5 aprile è stata l'occasione per ricordare il percorso dell'Italia nell'esplorazione spaziale e il suo ruolo di primo piano a livello internazionale, attraverso gli interventi dei suoi protagonisti
L’Italia è una delle più importanti nazioni dello spazio sul pianeta Terra. Vale la pena ricordarlo, nel giorno in cui ALTEC festeggia 20 anni, perché l’azienda torinese forse rappresenta più di ogni altra il ruolo italiano in questo settore. Lo ha fatto in apertura l'ad di Thales Alenia Space Massimo Comparini, sottolineando che è sicuramente evocativo parlare di ALTEC come della "piccola Houston italiana", ma a ben guardare Torino è molto di più che la "città dello Spazio" in Italia. Torino oggi è una "città dello spazio" nel mondo, un punto di riferimento a livello globale.
ALTEC, acronimo di “Aerospace Logistics Technology Engineering Company”, è detenuta per il 64% circa da Thales Alenia Space e per il restante 36% circa da ASI. Quindi da entrambi i protagonisti del ruolo spaziale dell’Italia. E, sin dalla fondazione, ALTEC fornisce continuativamente un supporto al volo umano spaziale sulla ISS, ruolo unico in Italia e con pochi termini di paragone in Europa e nel mondo. Questo era ed è ancora il modo di estendere il miracolo spaziale italiano dalla fase di produzione di astronavi a quella del loro uso.
L’amministratore delegato di ALTEC Vincenzo Giorgio, nella conferenza di venerdì 5 aprile in occasione dell’evento di celebrazione dei 20 anni, supportato dal claim “Our Story Beyond the Next Frontier”, ha riassunto così questo percorso: “La ragione per cui Torino e l’Italia pesano più di quanto ci si potrebbe aspettare, nello Spazio, passa sulle nostre teste ogni giorno da tre decenni. Si chiama ISS, è la Stazione Spaziale Internazionale. La faraonica struttura realizzata dagli sforzi di colossi quali USA, Europa, Giappone, Russia, Canada; grande come un campo di calcio, con un volume abitabile pari a due Boeing 747. Il fatto che, in un tale contesto, più del 50% del volume abitabile della ISS sia stato costruito in Italia, qui a Torino, da Thales Alenia Space, spiega tutto. Nati da quella specifica esigenza degli azionisti, di valorizzare il risultato di questo prodigio ingegneristico e manifatturiero, siamo ora proiettati in ogni aspetto dell’aerospazio e della New Space Economy; anche nell’esplorazione del sistema solare coi Centri di Controllo e Simulazione per Missioni Marziane e Lunari. Strutture ESA e ASI presso di noi. Ad esempio, i due simulatori di suolo (uno Marziano, l’altro Lunare, che simulano anche le rispettive gravità dei due corpi celesti) sono solo una parte di questi due progetti”.
Si partì quindi da quel supporto storico ai moduli pressurizzati e abitabili della ISS “Made in Italy”, commissionati e comprati dalla NASA, o dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea), con il ruolo fondamentale dell’Agenzia Spaziale Italiana ASI che ha tessuto appropriati accordi internazionali. Costruiti da Thales Alenia Space che, dai tempi dello Spacelab, sa fare moduli pressurizzati in leghe di alluminio come nessun altro al mondo.
Ma ALTEC 20 anni dopo non è più solo addestramento di astronauti, supporto ingegneristico e logistico per la ISS, è molto di più. L’azienda di corso Marche è nota da 20 anni per le sue sale in continuo collegamento con NASA ESA e ISS. Supporta chiunque voglia utilizzare o far utilizzare sistemi spaziali: agenzie, astronauti, turisti spaziali, scienziati, aziende e persino artisti, come la band torinese Subsonica, che ha recentemente girato in ALTEC alcune scene del videoclip del brano Universo che potete vedere qui sotto. Tutto questo la rende unica nel suo genere.
Il video “L’Italia di ARTEMIS, dalla Terra alla Luna”, pubblicato pochi giorni fa da ASI sul proprio sito ASITV, descrive i sorprendenti risultati che l’Agenzia ha saputo ottenere nella sua pluridecennale opera di creazione e propulsione dell’Italia nello Spazio dalla Ricerca all’Industria. Niente come questo video fa capire l’importanza e la centralità di Torino e della sua industria (in special modo di Thales Alenia Space e di ALTEC), che è diventata non solo una centralità italiana ed europea, ma anche planetaria. Dalla ISS ai robot su Marte, dai programmi lunari ai satelliti per l’osservazione del cosmo, dai sistemi automatizzati per esperimenti in orbita alla biomedicina spaziale, Big Data… ALTEC è tutto questo.
Il presidente di ALTEC Fabio Massimo Grimaldi, nel suo intervento, ha detto: “È per noi motivo di orgoglio e soddisfazione avere alla nostra festa i nostri azionisti, rappresentati dal CEO di Thales Alenia Space Italia, Massimo Claudio Comparini e dal presidente dell’ASI Teodoro Valente. ALTEC rappresenta anche un Business Model quanto mai adatto all’attuale era di New Space Economy, in cui l’azionista pubblico (l’Agenzia Spaziale Italiana) e quello privato (Thales Alenia Space) creano un capitale Pubblico Privato in un’Azienda di diritto privato, per creare insieme valore. E ALTEC è sempre più in grado di creare valore. Conquistare il sistema solare richiede non solo uno skill unico come il nostro, ma anche strutture imponenti, che ALTEC ora ha la possibilità di costruire nel suo ancora più imponente Building, che abbiamo di recente acquistato”.
Alla conferenza sono intervenuti anche Teodoro Valente (presidente dell'ASI-Agenzia Spaziale Italiana), Franco Ongaro (Chief Space Business Officer di Leonardo), Luca Vincenzo Maria Salamone (Direttore Generale ASI), Walter Cugno (vicepresidente Exploration & Science di Thales Alenia Space), Rüdiger Seine (Head Astronaut Training Division ESA - Agenzia Spaziale Europea), Gabriele Pieralli (Chief Operating Officer di Telespazio), Nicole Viola (professore ordinario Aerospace Systems Design al Politecnico di Torino), e in collegamento da Houston l'astronauta ESA Luca Parmitano, che ha rimarcato l'importanza centrale del settore spaziale per la vita sulla Terra: "l'esplorazione spaziale nel lungo termine deve essere un'impresa a livello globale, con un approccio pacifico, in un'ottica di cooperazione che rappresenti un'evoluzione dei rapporti internazionali sulla Iss, anche di fronte a momenti difficili sulla Terra. Perché la ricerca scientifica che gli astronauti conducono sulla Stazione Spaziale, la tecnologia che sviluppano, è un bene prezioso per tutta l'umanità".
Il progetto nato dalla collaborazione tra il team Ricerca e Sviluppo di Barilla e il Ministero
dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, l’Aeronautica Militare e Axiom Space servirà a condurre una serie di esperimenti in campo nutrizionale, riguardanti il fabbisogno alimentare degli astronauti, e fisico, testando la tenuta al dente della pasta in microgravità
È una grande struttura geodetica a ospitare, per nove giorni a partire da giovedì 23 novembre nella centralissima piazza Vittorio Veneto a Torino, la mostra Exploring Moon to Mars, promossa dall’Agenzia Spaziale Italiana con il patrocinio della Città di Torino, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e il supporto di Leonardo, Thales Alenia Space Italia e ALTEC
Arriva nella “città dello spazio” la mostra che racconta al grande pubblico la storia dell’esplorazione del pianeta Marte e la sua futura colonizzazione partendo dalla Luna, con una particolare attenzione all’importante contributo italiano a questa avventura.
A partire da giovedì 23 novembre nella centralissima piazza Vittorio Veneto a Torino, la mostra Exploring Moon to Mars, promossa dall’Agenzia Spaziale Italiana con il patrocinio della Città di Torino, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e il supporto di Leonardo, Thales Alenia Space Italia e ALTEC, accenderà i riflettori sul nostro satellite e sull’avamposto orbitale che, in un futuro non troppo lontano, ci permetterà di raggiungere il Pianeta Rosso.
Il percorso espositivo, attraverso testi rari, video e immagini di grande suggestione, ha inizio con i miti legati a questi corpi celesti, che hanno sempre ispirato l’immaginario collettivo dell’Uomo, passando per le prime osservazioni astronomiche di Galileo Galilei e Giovanni Schiaparelli e la grande produzione di musica e letteratura ispirate dalla fantascienza.
Il cuore dell’esposizione è dedicato allo stato della conoscenza che oggi abbiamo del nostro satellite naturale e del pianeta rosso, attraverso i dati e le immagini che la più avanzata tecnologia spaziale ha permesso di acquisire: da quelle storiche delle sonde Luna e Viking, fino alle missioni Apollo, ai rover Curiosity e Perseverance e all’attuale programma Artemis.
La mostra, già allestita con successo a Roma e Bari, evidenzia il rinnovato interesse nel terzo millennio per l’esplorazione spaziale umana, con uno sguardo ai principali programmi delle agenzie spaziali, quella italiana in particolare, e dell’imprenditoria privata, focalizzati sul ritorno sulla Luna e sul grande salto verso Marte e la sua colonizzazione.
L’esposizione, a cura di Viviana Panaccia, sarà visitabile gratuitamente dal pomeriggio del 23 novembre al 1° dicembre 2023, tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 19, con ultimo ingresso alle ore 18. Nei giorni feriali, nella fascia mattutina dalle 10 alle 13, le scuole prenotandosi potranno effettuare una visita guidata.
All'Auditorium "A. Vivaldi" della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino un doppio appuntamento venerdì 10 novembre, al mattino per le scuole e in serata per tutto il pubblico, dedicato agli oggetti più interessanti e misteriosi del Cosmo
Infini.to - Planetario di Torino, Museo dell'Astronomia e dello Spazio “Attilio Ferrari” organizza venerdì 10 novembre in occasione dell’Astronomy Day un evento pubblico per parlare di buchi neri, gli oggetti più interessanti e misteriosi del Cosmo. Relatore d’eccezione Luciano Rezzolla, professore di Astrofisica Teorica all’Istituto di Fisica Teorica di Francoforte.
L'appuntamento aperto a tutti è alle ore 21 all'Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, l’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. L’accesso all’auditorium è consentito entro e non oltre le ore 20,50 (dopo tale orario, la prenotazione verrà considerata nulla).
Nel corso della conferenza-spettacolo Sulle tracce di un buco nero l'esperto spiegherà in maniera semplice cosa sia un buco nero e lo sforzo osservativo e teorico necessario per realizzare la prima foto di un buco nero. L’immagine di un buco nero sarà anche il punto di partenza di un viaggio alla scoperta dell’irresistibile attrazione della teoria della gravità.
Luciano Rezzolla occupa la Cattedra di Astrofisica Teorica all’Istituto di Fisica Teorica a Francoforte, in Germania. I suoi principali temi di ricerca sono la fisica e l’astrofisica di oggetti compatti, come buchi neri e stelle di neutroni, che egli indaga mediante simulazioni numeriche eseguite su supercomputer. Insieme ai suoi collaboratori, egli ha sviluppato alcuni dei codici numerici più sofisticati della relatività numerica ed è autore di un noto libro di testo di idrodinamica relativistica. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Nel 2014 la sua ricerca è stata premiata con un ERC Synergy Grant per eseguire studi teorici e osservazionali sui buchi neri supermassicci, mentre nel 2020 ha ricevuto un ERC Advanced Grant per esplorare la fisica e l’astrofisica dei getti relativistici. Nel 2020 ha pubblicato per Rizzoli un libro di divulgazione dal titolo L’irresistibile attrazione della gravità, tradotto in varie lingue.
L'iniziativa, che si svolge nell'ambito del Sistema Scienza Piemonte e rientra nel programma ESERO Italia, prevede una prima parte al mattino dalle ore 9,30 rivolta alle scuole secondarie di secondo grado, durante la quale verrà ripercorsa l'affascinante scoperta del primo Quasar, tra le sorgenti più potenti dell’universo, s'impareranno a conoscere le radio galassie e si osserverà da vicino il volto del loro motore gravitazionale, i buchi neri supermassicci. Durante l’incontro mattutino gli studenti dialogheranno con Luciano Rezzolla, di cui si è detto, in compagnia di Alessandro Capetti, Barbara Balmaverde, Roberto Soria dell’INAF Osservatorio Astrofisico di Torino, che animeranno la tavola rotonda.
Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming sulla pagina YouTube del Planetario. L’Astronomy Day è organizzato in collaborazione con l'Università degli Studi di Torino, l'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Sanoma Italia SpA. Media partner La Stampa, Partner tecnico Mager S.r.l.
Torna a Torino sabato 7 e domenica 8 ottobre il più grande hackathon al mondo: NASA Space Apps Challenge 2023 si svolgerà in I3P, l’Incubatore del Politecnico di Torino, e avrà tra i partner istituzionali l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI)
Il miglioramento della vita sul nostro pianeta passa dallo spazio, come dimostra l’appello globale lanciato qualche giorno fa dalla National Aeronautics and Space Administration statunitense per la partecipazione alla NASA International Space Apps Challenge 2023: “Il mondo ha bisogno delle tue idee”. Nel weekend di sabato 7 e domenica 8 ottobre l’edizione italiana del più grande hackathon annuale del pianeta dedicato allo spazio e alla scienza andrà in scena a Torino, in I3P, l'Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico, in concomitanza con le altre località mondiali coinvolte nell’iniziativa, e vedrà la partecipazione di migliaia di appassionati di esplorazione del cosmo e delle nuove opportunità generate dalla Space Economy, impegnati nella risoluzione collaborativa di challenge con l'obiettivo di produrre soluzioni open source in risposta alle sfide che attualmente affrontiamo sulla Terra e nello spazio.
La scorsa edizione 2022 di NASA International Space Apps Challenge - in breve, Space Apps - ha visto la partecipazione di oltre 31.500 partecipanti, provenienti da 320 città di oltre 160 Paesi del mondo, che hanno realizzato più di 3.000 progetti in risposta alle sfide lanciate dall’agenzia spaziale di Washington. Il tema del 2023 sarà “Explore Open Science Together”: un invito a sperimentare insieme le possibilità e le potenzialità della scienza aperta, ovvero l’approccio cooperativo finalizzato all'accesso al sapere scientifico da parte di tutti, senza barriere.
A Torino, Space Apps 2023 si terrà in presenza nella sede dell’incubatore I3P all’interno del Campus del Poli, a partire dalle ore 14 di sabato 7 ottobre con l’accoglienza degli iscritti e la composizione o conferma dei team partecipanti all’hackathon. Dopo l’introduzione e la spiegazione delle regole, la competizione avrà inizio alle 16 e proseguirà per le successive 24 ore, senza interruzioni - l’incubatore rimarrà aperto anche nella notte - e con pasti offerti in loco per consentire il massimo tempo di lavoro sul progetto, il quale andrà consegnato entro le 16 di domenica 8 ottobre. A quel punto, per i team si aprirà la fase di pitching, in cui dovranno presentare in pochi minuti il proprio elaborato a tutti i presenti, compresa la giuria di valutazione, competendo così per i premi in palio, sia a livello locale - i Local Awards offerti dagli sponsor partner di I3P - sia a livello internazionale (Global Awards). L’hackathon si concluderà quindi a fine pomeriggio con la cerimonia di premiazione dei progetti giudicati più brillanti e più promettenti, che potrebbero poi proseguire la propria avventura, un giorno, in forma di startup.
“Siamo onorati di poter ospitare una nuova edizione dell’hackathon annuale più grande al mondo e di far parte di questa importante iniziativa internazionale – ha detto Giuseppe Scellato, Presidente di I3P e Coordinatore di ESA BIC Turin - sia perché l’evento rappresenta un’opportunità unica di sperimentazione e potenziale innovazione per appassionati di spazio, studenti universitari e aspiranti startupper, sia perché l’iniziativa è pienamente in linea con le nostre attività quotidiane di sostegno alla nuova imprenditorialità basata sulla tecnologia. I progetti nati dall’inventiva e dalla voglia di creare qualcosa di nuovo possono evolversi e arrivare anche molto lontano, soprattutto quando rispondono alle sfide reali che l’umanità si trova oggi ad affrontare nel suo cammino verso le profondità, e le possibilità, dello spazio.”
L’edizione torinese di Space
Apps 2023 è organizzata dall’incubatore I3P in collaborazione con il
programma di incubazione ESA BIC Turin, fondato nel 2021 per stimolare
lo sviluppo di nuove imprese innovative basate su tecnologie spaziali. L’Agenzia
Spaziale Italiana (ASI) è partner dell’iniziativa a livello globale, così
come l’European Space Agency (ESA) e le altre principali agenzie
spaziali mondiali, mentre a livello locale l’hackathon di Torino potrà contare
su sponsor, mentor e giurati provenienti dall’industria aerospaziale, da
startup e PMI innovative, da enti e associazioni che favoriscono la crescita
del comparto spaziale italiano.
Mercoledì 31 maggio il campo volo dell'Aeroclub Torino, in strada della Berlia 500 a Collegno, ha ospitato un appuntamento sui generis, organizzato da Lions Clubs International per raccogliere fondi a favore del reparto di Cardiochirurgia Pediatrica dell'Ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Una serata di gala in una location d'eccezione, cui hanno preso parte oltre 300 persone, impreziosita dagli interventi di importanti personalità del mondo medico e aerospaziale. Ad allietare il tutto
un'esposizione di modellismo in occasione del centenario dell'Aeronautica Militare, la Cena Spaziale e la musica della Turin Metropolitan Orchestra.
Due eccellenze del territorio torinese, la Medicina e l’Aerospazio, si sono incontrate nella cornice dell’Aeroclub Torino mercoledì 31 maggio per una serata che ha avuto il duplice intento di fare del bene e accendere i riflettori su due mondi solo in apparenza lontani. Se c’è un legame tra la scienza medica e quella aerospaziale, infatti, questo passa senza dubbio dal capoluogo subalpino, oggi al centro della scena mondiale per quel che riguarda i più recenti programmi di esplorazione interplanetaria e i primati nel campo della cardiochirurgia. Organizzata da Lions Clubs International con il patrocinio della Città di Collegno e della Regione Piemonte nell’anno in cui si celebra il centenario dell’Aeronautica Militare, la serata Il Valore della Vita ha voluto evidenziare in particolare il percorso storico che ha portato la cardiochirurgia degli anni ’50-’60 con i primi trapianti di cuore, all’evoluzione della tecnologia medica attraverso la chirurgia robotica da remoto e le trasmissioni di immagini diagnostiche a distanza, a cui hanno contribuito non poco le vicende di pionieri nel campo delle telecomunicazioni come i fratelli Achille e Giovanni Judica Cordiglia e i nuovi programmi spaziali di Thales Alenia Space e Altec.
Una chiave di lettura diversa, per comprendere meglio l’importante ritorno, sia in termini di conoscenze che di tecnologie scientifiche, che le missioni spaziali da sempre offrono per il miglioramento della vita sulla Terra. Al valore divulgativo si è unito quello benefico. La raccolta fondi, attraverso la quota di partecipazione alla serata (offerta minima 30 euro), andrà a sostegno dell’Ospedale infantile Regina Margherita con lo scopo di dare supporto alle famiglie dei piccoli pazienti cardiopatici di lunga degenza al reparto del dottor Carlo Pace Napoleone - seguite dall’Associazione degli Amici dei Bambini Cardiopatici onlus - e di contribuire alla realizzazione di una Biobanca Pediatrica a cura della professoressa Franca Fagioli della Divisione di Oncoematologia Pediatrica.
Per quanto riguarda l’aeronautica, alcune chicche sono l’Electra di Amelia Earhart, lo sparviero S 79 dei raid Roma-Dakar-Buenos Aires, il rompighiaccio Krassin, che salvò i superstiti della spedizione Nobile e lo zeppelin LZ 27, di circa un metro e mezzo di lunghezza.
L'industria italiana, come già avvenuto per la ISS - International Space Station - è contractor dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea, tra i partner internazionali della NASA per il programma Artemis) non solo per lo sviluppo della navicella spaziale ORION che ospiterà gli astronauti, ma anche per l'avamposto abitativo e logistico HALO in cui gli astronauti vivranno e condurranno ricerche durante la loro permanenza sul Lunar Gateway
Lo scorso 3 aprile la NASA e la CSA - Canadian Space Agency hanno annunciato i quattro astronauti che si avventureranno intorno alla Luna su Artemis II, la prima missione con equipaggio nella roadmap volta a stabilire una presenza a lungo termine sulla Luna: il comandante Reid Wiseman, il pilota Victor Glover, la specialista di missione Christina Hammock Koch e lo specialista di missione Jeremy Hansen. Insieme, lavoreranno come una squadra per eseguire un’ambiziosa serie di dimostrazioni durante il test di volo. Il test di volo di Artemis II, della durata di circa 10 giorni, verrà lanciato sul potente razzo Space Launch System, dimostrerà i sistemi di supporto vitale della navicella spaziale Orion e convaliderà le capacità e le tecniche necessarie agli esseri umani per vivere e lavorare nello spazio profondo.
Il volo, che si basa sul successo della missione Artemis I senza equipaggio completata a dicembre, è uno step fondamentale per il successo dell’intero programma, aprendo la strada a future missioni di esplorazione umana a lungo termine per la Luna e infine Marte. Nella terza tranche della campagna Artemis, la NASA ha infatti l’obiettivo di fare atterrare la prima donna (da qui il nome Artemis, infatti Artemide nella mitologia greca è la dea sorella gemella di Apollo) e la prima persona di colore sulla Luna, utilizzando tecnologie innovative per esplorare più superficie lunare che mai. Quindi, verranno utilizzate le competenze e le conoscenze scientifiche apprese sulla Luna e intorno al satellite per fare il prossimo passo da giganti: inviare i primi astronauti sul Pianeta Rosso.
A questo proposito, un pilastro della campagna Artemis è il Lunar Gateway, la stazione in orbita cislunare che fungerà da avamposto multiuso, fornendo un supporto essenziale per il ritorno umano a lungo termine sul suolo selenita. La NASA sta lavorando con partner commerciali e internazionali per stabilire il Gateway a partire dal 2024 e in questo quadro l’industria italiana e l’ASI hanno come sempre un ruolo di primo piano.
Come dice il presidente dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) Giorgio Saccoccia nel mio libro L’Italia nello Spazio - Il racconto dei suoi protagonisti: “Quando si parla di abitabilità nello spazio è difficile che il nostro Paese non venga coinvolto. In primis, perché sappiamo fare benissimo i moduli spaziali. Come dimostra la ISS, dove la nostra industria ha realizzato il 50% dei moduli pressurizzati della parte occidentale della stazione, non solo il modulo permanente PMM Leonardo, l’infrastruttura del laboratorio ESA Columbus, i Nodi 2 e 3, la Cupola, ma anche la navicella cargo Cygnus prodotto dall’industria americana insieme a quella italiana. Per questo siamo in prima fila come Italia in seno all’ESA (Agenzia Spaziale Europea) per la costruzione dei moduli per la stazione spaziale cislunare chiamata Lunar Gateway e abbiamo le potenzialità per creare ambienti abitabili anche sulla superficie del nostro satellite”.
Con sede al Johnson Space Center della NASA a Houston, in Texas, le capacità del Gateway di supportare l'esplorazione e la ricerca sostenute nello spazio profondo includono porti di attracco per diverse tipologie di veicoli spaziali, spazio per permettere all’equipaggio di vivere e lavorare e indagini scientifiche a bordo per studiare Eliofisica, salute umana e scienze della vita, tra le altre aree. Il Gateway sarà dunque un avamposto fondamentale per lo sviluppo di tecnologie e capacità per supportare l'esplorazione della Luna e di Marte nei prossimi anni. Si tratta della prima stazione spaziale dell'umanità in orbita cislunare a supportare i piani di esplorazione dello spazio profondo della NASA, insieme al razzo Space Launch System (SLS), al veicolo spaziale Orion e allo Human Landing System (HLS) che invierà astronauti sulla Luna. La NASA sta ora concentrando lo sviluppo del Gateway sui primi due elementi: il Power and Propulsion Element (PPE) e l'Habitation and Logistics Outpost (HALO).
ELEMENTO DI POTENZA E PROPULSIONE
Il Power and Propulsion Element è un veicolo spaziale a propulsione elettrica solare ad alta potenza da 60 kilowatt che fornirà energia, comunicazioni ad alta velocità, controllo dell'assetto e capacità di trasferimento orbitale per il Gateway. Nel maggio 2019, la NASA ha selezionato Maxar Technologies di Westminster, in Colorado, per sviluppare e costruire i DPI. Il DPI è gestito dal Glenn Research Center della NASA a Cleveland, in Ohio.
AVAMPOSTO ABITATIVO E LOGISTICO (HALO)
HALO è il luogo in cui gli astronauti vivranno e condurranno ricerche durante la permanenza sul Gateway, ed è qui che i riflettori vedono al centro della scena l’Italia e in particolare il comparto industriale torinese di Thales Alenia Space. Northrop Grumman di Dulles, in Virginia, si è aggiudicata un contratto per la progettazione preliminare di HALO nel 2020 e il contenuto rimanente per HALO è stato finalizzato tra la NASA e Northrop Grumman attraverso la firma di un contratto nel luglio 2021. Ebbene, Thales Alenia Space è stata scelta da Northrop Grumman per fornire il modulo pressurizzato per HALO, un successo che rafforza il contributo di TAS al programma già avviato con lo sviluppo di componenti importanti della navicella spaziale ORION e fornendo all'ESA i moduli pressurizzati ESPRIT e I-HAB. Thales Alenia Space è infatti responsabile della progettazione e della produzione della struttura primaria di HALO (il modulo pressurizzato), del modulo e del controllo della pressione del vestibolo, di parte del sistema di protezione dai meteoroidi e della struttura che interfaccia i sistemi di attracco della NASA. Il design di HALO deriva dalla sonda Cygnus di Northrop Grumman, di cui Thales Alenia Space è partner di lunga data. Cygnus è un veicolo con capacità umana che fornisce rifornimenti, attrezzature di ricambio ed esperimenti scientifici alla Stazione Spaziale Internazionale. HALO ha lo stesso diametro di 3 metri di Cygnus, ma include un tratto di 1 metro di lunghezza per soddisfare le esigenze di volume abitabile per gli equipaggi in visita, portando la lunghezza totale di HALO a circa 7 metri.
“È una grande, fantastica sfida per la nostra azienda essere di nuovo parte della straordinaria avventura di tornare sulla Luna - in particolare aprendo la strada all'avamposto lunare essendo coinvolti in uno dei primi due elementi Gateway a essere lanciati, oltre a fornire il contributo europeo con ESPRIT e I-HAB” – ha detto l’ad Massimo Claudio Comparini, Senior Executive Vice President Observation, Exploration and Navigation di Thales Alenia Space. Walter Cugno, Vice President Exploration and Science Domain di Thales Alenia Space, ha aggiunto: "Sfruttando la linea di produzione attiva di Cygnus e la comprovata esperienza di volo, Thales Alenia Space porta a Northrop Grumman la capacità unica di fornire un modulo HALO economico e affidabile nei tempi necessari per supportare l'esplorazione lunare. Questa storia di successo di oltre 12 anni, così come la forte esperienza di Thales Alenia Space negli habitat dello spazio profondo, ci stanno permettendo di produrre questo nuovo modulo Gateway lunare nel rispetto della sicurezza e del comfort per gli astronauti”.
Gli alloggi pressurizzati forniranno sistemi di comando e controllo per l'avamposto lunare e porte di attracco per i veicoli spaziali in visita, come la navicella spaziale Orion, i lander lunari e i veicoli di rifornimento logistico. Il modulo HALO sarà la spina dorsale per il comando e il controllo e la distribuzione dell'energia attraverso il Gateway e svolgerà altre funzioni principali, tra cui l'hosting di indagini scientifiche tramite alloggi di carico utile interni ed esterni e la comunicazione con le spedizioni sulla superficie lunare. HALO consentirà inoltre l’aggregazione di ulteriori elementi abitabili per espandere le capacità del Gateway, sfruttando i contributi dei partner internazionali. Le batterie fornite dalla Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) alimenteranno HALO fino a quando i pannelli solari DPI non potranno essere distribuiti e durante i periodi di eclissi. Le interfacce robotiche fornite dall'Agenzia Spaziale Canadese ospiteranno carichi utili e forniranno punti base per le operazioni robotiche di Canadarm3. L’ESA (Agenzia Spaziale Europea) fornirà un sistema di comunicazione lunare per consentire comunicazioni ad alta velocità di trasmissione dati tra la superficie lunare e il Gateway.
IL GATEWAY: UN GRANDE PASSO NEL FUTURO DELLA SCIENZA
Il Gateway fornirà opzioni uniche per le scienze della Terra, l'eliofisica, le scienze lunari e planetarie, le scienze della vita, l'astrofisica e le indagini di fisica fondamentale, consentendo viste estese della Terra, del Sole, della Luna e dello spazio non possibili dalla superficie terrestre o dall'orbita terrestre. I primi tre strumenti scientifici per Gateway sono già stati selezionati. Due di loro, l'Heliophysics Environmental and Radiation Measurement Experiment Suite (HERMES) e l'European Radiation Sensors Array (ERSA), voleranno fuori dal Gateway per monitorare l'ambiente di radiazione del Sole e la meteorologia spaziale. HERMES, guidato dal Goddard Space Flight Center della NASA, monitorerà le particelle solari a bassa energia fondamentali per le indagini scientifiche del Sole, compresi i venti solari. ERSA, guidata dall'ESA, monitorerà le radiazioni a energie più elevate con particolare attenzione alla meteorologia spaziale. L’Internal Dosimeter Array (IDA) volerà all'interno dell'HALO per consentire lo studio degli effetti di schermatura delle radiazioni e migliorare i modelli fisici delle radiazioni per gli effetti del cancro, cardiovascolari e del sistema nervoso centrale, aiutando a valutare il rischio dell'equipaggio nelle missioni di esplorazione. IDA è stato costruito dall’ESA, con ulteriori strumenti scientifici della JAXA.
Dal 28 al 30 novembre tornerà a Torino, nei padiglioni di Lingotto Fiere, l’unica business convention internazionale per l’industria aerospaziale e della difesa in Italia
Il gruppo di giovani imprese attive nel campo della Space Economy è stato selezionato per accedere al programma di incubazione ESA, gestito da I3P con il supporto di Politecnico di Torino e Fondazione LINKS
Ora che abbiamo capito in cosa consiste il progetto, vediamo una per una di cosa si occupano le 7 startup. DBSpace propone una pompa elettrica avanzata per motori a propellente liquido e ibrido: questo sottosistema semplificato è privo di turbina ed è basato su un power drive elettrico. I punti di forza della soluzione sono la riduzione dei costi, il riutilizzo e la flessibilità di missione. Evolunar è una società spin-off del Politecnico di Torino che intende sviluppare droni per l’esplorazione lunare, in particolare verso siti difficilmente accessibili come lava tube, crateri e regioni permanentemente in ombra. Ne è un esempio il suo LuNaDrone, un piccolo spacecraft di 15 kg per il volo autonomo al di sopra della superficie lunare: il progetto, orientato sulla flessibilità e modularità, lo rende compatibile con i lander lunari più piccoli, oltre che con una vasta gamma di categorie di payload, e permette di mantenere un basso costo evitando riprogettazioni complete al variare dei requisiti di missione. Nabu sviluppa soluzioni IoT (Internet of Things) e di analisi dei dati satellitari per migliorare la sostenibilità e l'efficienza nella gestione dell'acqua, in particolare dei sistemi di irrigazione in agricoltura, responsabili del 70% del consumo idrico nel mondo. Orbital Outpost Italy mira a diventare un importante fornitore di risorse critiche nello spazio, come idrogeno e ossigeno pressurizzati, acqua, calore ed energia. A tal fine, sta sviluppando sistemi altamente efficienti per l'estrazione di risorse in situ dalla Luna, principalmente acqua ed energia solare. REA nasce con l’obiettivo di offrire agli astronauti una soluzione per affrontare lunghi viaggi nello spazio senza problemi fisiologici e biochimici. Il prodotto principale dell'azienda è una tuta spaziale intraveicolare (IVA) progettata per interagire con i muscoli posturali e realizzata con un nuovo tessuto elastico brevettato, adatta all’uso in tutte le missioni a microgravità e, in futuro, nell'esplorazione lunare. SpaceMotionery è uno spin-off del Politecnico di Torino che propone una famiglia di apparecchiature di prova per consentire il collaudo di micro- e nano-satelliti e per la formazione tecnica nell’ambito spaziale. Il primo prodotto della startup è un sistema a basso costo in grado di simulare gli effetti della luce solare, mentre la seconda soluzione consiste in un banco di prova per la verifica e il test in modalità dinamica e black-box dei sistemi di determinazione dell'assetto e di controllo dei CubeSat. Stratobotic propone una piattaforma stratosferica (HAPS: High-Altitude Pseudo-Satellite) che opera a 20 km di quota dalla superficie della Terra e da lì offre servizi simil-satellitari per le telecomunicazioni e l’osservazione del pianeta.
La selezione di startup continuerà anche quest’anno e la prossima scadenza per l’invio delle candidature è lunedì 6 marzo 2023: sul sito web www.esabic-turin.it sono disponibili tutte le informazioni e i materiali per proporre il proprio progetto imprenditoriale innovativo.